80 anni fa, nasceva Paolo Borsellino. Vogliamo ricordarlo con la sua ultima, toccante, intervista rilasciata poco dopo la strage di Capaci e poco prima dell’autobomba di via D’ Amelio: “Convinciamoci che siamo dei cadaveri che camminano…”.
Il 20 giugno 1992, trenta giorni dopo la strage di Capaci, e circa un mese prima dell’ autobomba di via D’ Amelio, Lamberto Sposini realizzò quella che sarebbe rimasta l’ ultima intervista televisiva al giudice Paolo Borsellino.
Dalla loro storica amicizia iniziata da bambini quando vivevano a pochi metri di distanza a Palermo con Giovanni Falcone, ai primi anni di scuola, la stessa ma in classi differenti poiché Falcone era più grande di un anno.
Sicuramente singolare il passaggio dove ricorda il periodo nell’estate 1985 dove, per ragioni di sicurezza, furono trasferiti nella foresteria del carcere dell’Asinara per scrivere l’ordinanza-sentenza di 8000 pagine che rinviava a giudizio 476 indagati in base alle indagini del pool.
Per tale periodo, il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria italiana richiese poi ai due magistrati un rimborso spese e il pagamento del vitto e alloggio per il soggiorno trascorso.
Si percepisce in più punti il dispiacere che provava per le conseguenze indirette che il suo lavoro porta alla sua famiglia.
Alla fine condivide una storica frase: “Convinciamoci che siamo dei cadaveri che camminano”.
Di seguito mostriamo l’ultima intervista di Paolo Borsellino. Buona visione.