Un’indagine sviluppata da Greenpeace,sulla sostenibilità (che, se non controllata a dovere, genera problemi di sicurezza, salute e impatto negativo sull’ambiente e la sua biodiversità), e sulla sicurezza alimentare del tonno in scatola, rivela dei dettagli molto utili ed interessanti.
Questa indagine mette sotto al microscopio 14 aziende che, insieme, coprono l’80% del mercato nazionale di tonno in scatola, è atta a far emergere per ognuna, le modalità di pesca, conservazione e distribuzione del prodotto, tracciando così una mappatura del settore, creando una sorta di pagella che va dal peggiore al miglior prodotto in vendita nel nostro paese.
Dopo tale indagine Greenpeace ha stilato una classifica denominata “rompiscatole”. Sotto esame sono stati messi 14 marchi di tonno in scatola. Ben 11 ne escono con una sonora bocciatura, perché non sono in grado di garantire la sostenibilità del prodotto.
Innanzitutto, tra le prime cose da controllare quando si acquista un tonno in scatoletta è l’assenza di additivi ed esaltatori di sapidità, sostanze che migliorano sì il sapore del prodotto, ma ne presentano un prodotto di scarsa qualità o pessima qualità; altro controllo è quello dell’olio utilizzato, il migliore è quello d’oliva extravergine, ma vi sono anche tonni in scatola al naturale, quindi privi di olio, dove il sapore verrà mantenuto più vicino a quello semplice e genuino.
La classifica “rompiscatole”
Sulla base di tali dettagli e non solo, Greenpeace ha stilato il rapporto che vi descriveremo in sintesi : Zero in pagella per MareAperto STAR, Consorcio e Nostromo. Meglio per Coop, ASdoMar e Mare Blu!
Come raffigurato dall’ immagine sopra è molto facile capire le marche di tonno in scatola che Grenpesce considera più sicure. Ogni marca è posizionata in una fascia di colore, il cui significato è specificato nelle legenda in alto a destra dell’ immagine. Inoltre il tonno pescato a canna è contrassegnato con una stella verde, ma non sempre questo fattore è sinonimo di qualità e sostenibilità.
Per raccogliere informazioni sulla sostenibilità delle scatolette, l’associazione ha inviato un questionario alle aziende e sulla base delle risposte ha elaborato la valutazione. Zero a Tonno MareAperto STAR e Consorcio per la loro assoluta mancanza di trasparenza: le aziende si sono rifiutate di rispondere al questionario. 0,7 a Nostromo che fornisce ben poche informazioni sulla provenienza del tonno utilizzato.
Riomare guadagna qualche punto in più, perché dimostra di avere informazioni precise sull’origine dei propri prodotti, ma si trova comunque in basso, non avendo adottato precisi criteri di sostenibilità nella scelta del tonno utilizzato. Il punteggio più alto va a Coop, ASdoMar e Mare Blu, le uniche che hanno adottato una politica scritta per l’approvvigionamento sostenibile.
ASdoMar, inoltre, è uno dei pochi che, in metà dei propri prodotti, utilizza il tonnetto striato – specie considerata in buono stato – pescato con metodi sostenibili (lenza e amo).
Riferimento: http://ori-www.terranuova.it