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Pasta italiana prodotta col grano di Hong Kong e agricoltori italiani che falliscono

pasta prodotta col grano di Hong Kong

La pasta, alimento simbolo del made in Italy è sempre meno tricolore.Anche se prodotta in italia è fatta con grano straniero.Lo stesso vale per il pane. Agricoltori  in ginocchio.

Nei principali porti italiani arriva grano a bassissimo costo dal Marocco, dal Canada, dall’ Argentina, da Hong Kong, da Singapore pronto ad invadere il mercato italiano.
Una vera e propria concorrenza sleale nei confronti degli agricoltori italiani, in quanto questa massiccia importazione di grano a basso costo comporta un abbassamento notevole del prezzo del prodotto nazionale.

Infatti da luglio 2015 ad oggi il grano ha perso circa il 35% del suo valore passando dai 34€ al quintale a 25 €. Considerando che, in Italia il costo di produzione per un quintale di grano è proprio di 25€, il guadagno effettivo dei produttori cerealicoli italiani è pressochè nullo.
Se da un lato però il prezzo del grano si è abbassato notevolmente, quello della pasta e del pane ha fatto registrare addirittura rialzi. Coldiretti ha infatti calcolato che il ricarico tra grano duro e pasta è di circa il 400%, e il ricarico tra grano tenero e pane sfiora addirittura il 1000%.

In queste condizioni, se si continua di questo passo, il prodotto made in Italy è destinato a sparire da questo paese, a favore di un prodotto straniero, o creato con materie prime straniere decisamente di bassa qualità, ma che paghiamo comunque a peso d’oro.
Oltre il danno la beffa.
Ma è possibile che la politica permetta la distruzione del made in italy e il fallimento dei nostri produttori a vantaggio degli interessi di paesi stranieri? Forse ce lo chiede l’ Europa….

Allora perchè non fare una legge che impone l’inserimento della provenienza di prodotti e materie prime sulle etichette , in modo da rendere consapevoli i consumatori di ciò che stanno acquistando?
Forse perchè in questo modo gli italiani acquisterebbero solo prodotti realmente made in Italy, risollevando le sorti di agricoltori e produttori italiani. Forse è proprio questo che non vuole l’ Europa….

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