E’ evidente ormai che giovani ed adolescenti non riescono a fare a meno dei social network, diventati un vero e proprio stile di vita.
Dilaga la moda di trascorrere ore ed ore diurne e notturne sui social da parte di giovani ed adolescenti, addirittura molti di essi rimangono svegli fino all’ alba a chattare, altri si svegliano quasi tutte le notti per leggere notifiche e messaggi, come se un loro ritardo nella risposta comporterebbe l’essere “tagliati fuori” da quel discorso.
Una gioventù che sembra essere malata di nomofobia, la nuova fobia che si identifica in una eccessiva paura o addirittura terrore di rimanere senza telefono o senza connessione a internet. Per molti giovani infatti solo il fatto che si scarichi il cellulare o non prenda quando sono fuori casa genera in loro ansia, rabbia e fastidio.
Ma perchè i nostri figli non riescono proprio a fare a meno dell’ essere sempre connessi? Perchè preferiscono sostituire la vita sociale con quella virtuale?
Buona parte dei social network sono diventati ‘ “oppio dei popoli” a causa della loro struttura.Danno la possibilità agli utenti che le utilizzano di verificare l’approvazione relativa ai loro stili di vita, alle loro abitudini e a tutto ciò che pubblicano sui social.
E sono maggiormente i giovani alla continua ricerca di approvazione, che si raggiunge attraverso like e follower, motivo per cui molti sono atti a condividere tutto quello che si fa, comprese foto personali e private, sottoponendo tutto ciò che pubblicano alla verifica dei “mi piace”.
E’numero dei like o consensi ricevuti, che accresce in loro l’autostima, la popolarità e quindi la sicurezza personale.
Ed è proprio a causa di questa fame di approvazione che è nata la moda dei selfie, in quanto molti si fotografano anche in situazioni molto oscene o rischiose per ottenere popolarità e restare al centro dell’ attenzione.
Per farla breve i social network sono diventati il nuovo mezzo per farsi notare, oltre che per dialogare, è un peccato però che molti giovani si siano ridotti a cercare l’approvazione solo nel virtuale invece di emergere nella vita sociale, quella che davvero conta.