I Paesi Bassi sono una nazione il cui territorio è per il 40% sotto il livello del mare. Nel corso della loro storia hanno dovuto affrontare diverse inondazioni, la più terribile delle quali è sicuramente quella avvenuta nel 1958 che ha causato 1862 morti in tutto il paese.
Per fare in modo che queste tragedie non avvenissero mai più, hanno dato il via al progetto Delta, tredici maestose opere idrauliche realizzate tra il 1954 e il 1997: tre chiuse, quattro barriere anti-mareggiata e sei dighe. L’opera più complessa è la diga della Schelda Orientale, con uno sbarramento di nove chilometri che protegge Amsterdam. La diga della Schelda Orientale è costata 2,5 miliardi di euro, 2/3 del costo dell’intero progetto.
Un’altro progetto fondamentale del piano olandese è quello riguardante la diga di sbarramento antitempesta di Rotterdam. Nel 2001, l’architetto Fernando De Simone, rappresentante in Italia dei gruppi olandese Tec e norvegese Nordcosult, presentò all’allora sindaco di Venezia Paolo Costa un progetto di dighe stile Rotterdam che avrebbero avuto un costo complessivo di 1 miliardo e 200 milioni di Euro.
Tali paratie sarebbero state mobili proprio come quelle del Mose, ma si differenziavano per avere i dispositivi meccanici che le muovono non poggiati sul fondo marino ma all’asciutto, in gallerie sotterranee sui lati delle tre bocche di porto.
“Il progetto della diga mobile di Rotterdam, che funziona perfettamente da oltre sette anni è stato scelto dopo aver analizzato numerosi progetti alternativi, compreso il progetto Mose”, spiegò l’architetto De Simone in occasione della presentazione del progetto. Un progetto simile al Mose fu “escluso perché considerato pericoloso e perché avrebbe previsto una manutenzione costosissima”.
Anche in Olanda, però, il dibattito sul Delta non è chiuso. Le opere idrauliche sono lunghe 25 chilometri e hanno ridotto la costa dei Paesi Bassi di circa 700 chilometri e negli ultimi anni Rotterdam sta trovando soluzioni sempre più green per affrontare il problema dell’innalzamento del mare. Tali dighe non sono considerate una soluzione definitiva a causa del cambiamento climatico e del riscaldamento globale e dovranno quindi essere rinforzate e rialzate.
Questi lavori di manutenzione costeranno ai Paesi Bassi fra gli 1,2 e gli 1,6 miliardi di euro all’anno fino al 2050 per la realizzazione di nuove dighe, il rafforzamento con tonnellate di sabbia della costa del mare del Nord e la costruzione di diversi canali.
A Venezia l’impatto visivo di queste barriere sarebbe stato decisamente diverso e tuttora quello che si cerca è l’invisibilità.
Fonte: https://www.silenziefalsita.it/2019/11/18/acqua-alta-il-mose-in-olanda-fu-scartato-perche-considerato-pericoloso-e-con-costi-di-manutenzione-elevatissimi/