Tassare la carne per sostenere i costi della collettività dovuti all’inquinamento degli allevamenti. La proposta arriva da europarlamentari del gruppo dei Verdi e dei Socialisti e Democratici (S&D), andando incontro alle preoccupazioni espresse dagli esperti in relazione alle emissioni di gas serra dovuti agli allevamenti, soprattutto quelli di grandi dimensioni, dai quali proviene la carne che finisce nei banchi frigo dei supermercati.
La proposta rientrerebbe nel pacchetto di politiche Farm to Fork (dalla fattoria alla forchetta), annunciate dalla Commissione europea nell’ambito del Green Deal, il piano di abbattimento delle emissioni di Co2 che – secondo i piani di Bruxelles – permetterà all’Ue di raggiungere la “neutralità” climatica entro il 2050.
Chi propone la tassa – La proposta è stata presentata dai parlamentari europei Mohammed Chahim e Sylwia Spurek del gruppo S&D e da Bas Eickhout dei Verdi nel corso dell’evento “The True Price of Meat” (Il vero costo della carne), tenutosi ieri al Parlamento europeo di Bruxelles.
Le cifre – In forza della proposta presentata, 100 grammi di carne bovina in futuro potrebbero costare 0,47 € in più, mentre il prezzo della stessa quantità di maiale aumenterebbe di 0,36 €. Decisamente più modesto sarebbe l’aumento per il le carni bianche come il pollo, che costerebbe 0,17 € in più all’etto.
L’aliquota dovrebbe inoltre essere applicata gradualmente a partire dal prossimo anno, raggiungendo la piena copertura dei costi ambientali, come le emissioni di CO2 e la perdita di biodiversità, entro il 2030.
Gli obiettivi – L’introduzione di politiche fiscali di questo tipo sulla carne sono già in discussione in Germania e nei Paesi Bassi. La preoccupazione, nei Paesi membri come a Bruxelles, è quella di far fronte alle questioni legate al benessere degli animali e all’impatto ambientale delle fattorie e degli allevamenti intensivi. Altro obiettivo della proposta è di ridurre il consumo di carne, incoraggiando il passaggio ad altre diete che privilegiano i prodotti vegetali.
Secondo i proponenti, una volta attuata la tassa sulla carne i consumi di manzo, maiale e pollo si ridurrebbero – entro il 2030 – rispettivamente del 67%, 57% e del 30%.
Dove vanno i soldi – Il gettito fiscale dell’imposta sulla carne andrebbe poi distribuite agli stessi agricoltori e consumatori che la subirebbero, attraverso un sistema di compensazione che premia i produttori che contribuiscono a mettere sul mercato cibi ecosostenibili con elevati standard di benessere degli animali, ma anche le persone con un reddito relativamente basso.