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Riforma pensioni: cambia tutto dal prossimo anno

Riforma pensioni governo Draghi

Cambierà tutto con il nuovo esecutivo capeggiato da Mario Draghi per quanto concerne i requisiti per accedere alla pensione. Vediamo in che modo.

Riforma pensioni governo Draghi
Riforma pensioni governo Draghi – Sede INPS

La scadenza di Quota 100

Quasi tutti sanno che le modalità per accedere alla pensione stanno per cambiare. ciò è dovuto alla scadenza di Quota 100 prevista per la fine del 2021. Visto che Quota 100 non verrà prorogata, la fine di quest’anno rappresenterà un importante e significativo punto di svolta per quanto riguarda l’accesso all’assegno pensionistico.

Quota 100 è una misura che ha permesso di andare in pensione anticipata a tantissime persone senza subire alcuna decurtazione sull’assegno previdenziale. E’ stata una vera svolta per molti lavoratori che sono riusciti a raggiungere questo traguardo grazie a questa legge.
Ricordiamo che la norma prevede il raggiungimento del limite di 100 anni dati dalla somma tra i contributi versati e l’età anagrafica. ad esempio fino alla fine di quest’anno chi ha 62 anni di età e 28 di contributi accederà alla pensione con quota 100.

Il limite di età dal quale è possibile richiedere l’assegno previdenziale, previsto dalla norma, è di 62 anni. Quindi se si dovessero raggiungere i requisiti (100 anni tra contributi ed età anagrafica) prima di aver compiuto 62 anni, bisognerà comunque aspettare il 62esimo compleanno per poter richiedere la pensione. Ben diversa la situazione con la legge Fornero, per la quale il raggiungimento dei 67 anni di età è un requisito imprescindibile.

Le opzioni sul tavolo per la riforma delle pensioni

Ma cosa succederà dopo la fine di quest’anno? Si tornerà alla legge Fornero? Vediamo tutte le carte sul tavolo del nuovo esecutivo.
Se entro la fine del 2021 il governo Draghi non intraprendesse alcuna iniziativa, il ritorno alla legge Fornero sarebbe una certezza. Se fino alla fine di quest’anno sarà possibile andare in pensione a 62 anni di età, dal 2022 bisognerà averne 67. Un’età decisamente troppo avanzata, specie per coloro che svolgono lavori usuranti.

Secondo alcune indiscrezioni sembrerebbe che il governo intenda varare altre misure per quanto concerne i requisiti per accedere alla pensione. trattasi di indiscrezioni, ma già il fatto che se ne cominci a parlare a Montecitorio fa ben sperare. Vediamo quali sarebbero le nuove ipotesi sul tavolo dell’esecutivo.

Quota 92

La prima ipotesi sarebbe l’approvazione di “Quota 92”, ancora migliore di quota 100 in quanto permetterebbe di andare in pensione con 30 anni di contributi e 62 anni di età. Ovviamente il calcolo verrebbe fatto allo stesso modo di quota 100, sommando gli anni di contributi all’età anagrafica. Questa soluzione sarebbe un ottimo modo per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, ma appare ovvio che con soli 30 anni di contributi versati l’ammontare dell’assegno sarebbe ridotto.

Legge Fornero con limite a 63 anni

Un’altra opzione  sul tavolo sarebbe una uscita anticipata dal mondo del lavoro a 63-64 anni indipendentemente dai contributi versati. Una sorta di modifica della legge Fornero con la differenza che si andrebbe in pensione a 63 anni e non a 67.

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Quota 102

In ogni caso la soluzione più realistica sembrerebbe Quota 102. Simile a Quota 100 ma con l’aggiunta di 2 anni, ovvero un uscita dal mondo del lavoro a partire da 64 anni di età e 38 di contributi.
Tutte le opzioni sul tavolo non prevedono, per il momento, penalizzazioni sull’assegno pensionistico dovute all’uscita anticipata. La cosa certa è che a partire dai prossimi mesi, il governo Draghi dovrebbe affrontare il nodo pensioni, discutere una delle opzioni sul tavolo e varare una riforma.
Secondo voi quale sarebbe la migliore?

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