A gennaio è in arrivo, come ogni anno, la tanto odiata Imposta di Bollo sui conti corrente e libretti di risparmio degli italiani, il prelievo forzoso più odiato, una vera e propria patrimoniale dalla quale non si può uscire.
Sarà capitato a chiunque sia in possesso di un conto corrente con un ammontare superiore ai 5.000 euro di vedersi sull’estratto conto la voce “Imposta di Bollo”.
L’imposta di bollo fa parte del famoso decreto “Salva Italia” emanato durante il Governo Monti nel 2011. Quel decreto Salva Italia dell’allora Governo presieduto da Mario Monti, che fu sangue e lacrime per tutti gli italiani.
Prevede il prelievo forzoso sui conti correnti dei risparmiatori italiani, di un importo fisso pari a 34,20 euro l’anno per le persone fisiche e di 100,00 euro per i soggetti diversi dalle persone fisiche, ad esempio le aziende.
Anche se non sembra essere un vero e proprio salasso, questa tassa che ha tutte le sembianze per essere definita una patrimoniale, non va proprio giù ai correntisti e ai titolari di libretti di risparmio italiani.
Il prelievo diretto dal conto corrente bancario o dal libretto di risparmi postale o bancario, proprio non riesce a risultare gradito, anche perchè dal lontano 2011 viene eseguito sistematicamente e senza alcuna autorizzazione richiesta ai risparmiatori. Ci venne detto che sarebbe servito a rimettere in sesto un Paese ancora in difficoltà economica.
Intanto sono passati ben 10 anni e l’imposta di bollo ancora viene prelevata forzosamente agli italiani. La speranza è che, l’emergenza sanitaria che imperversa ormai da più di un anno, la quale ha causato un’altra crisi finanziaria, non porti l’attuale esecutivo optare per una ulteriore tassa patrimoniale. si tratterebbe di un ulteriore prelievo forzoso dai risparmi degli italiani, oltre all’imposta di bollo ovviamente.
A giorni il prelievo dell’imposta di bollo sui conti corrente dei risparmiatori
A giorni milioni di italiani vedranno questo prelievo forzato materializzarsi sui propri conti correnti, senza la possibilità di opporsi. Il nodo principale non sembra essere la tassa come tale, ma il modo in cui viene prelevata. 34 euro o 100 euro l’anno non risultano essere un salasso per la maggior parte dei risparmiatori, ma vederseli “sfilare dalle tasche” in questo modo e senza preavviso non sembra essere cosa gradita.
L’altro nodo è che in genere al pagamento di una tassa dovrebbe essere corrisposto un servizio da parte dello Stato, l’imposta di bollo è invece una imposta a tutti gli effetti, un regalo, una donazione allo stato, una mini patrimoniale, se così possiamo definirla.
Essenzialmente i modi per sfuggire a questo prelievo sono due:
- possedere un conto corrente con una giacenza inferiore ai 5.000 euro;
- prelevare i soldi dal conto in modo che la giacenza scenda sotto tale soglia, magari investendoli.
Altra cosa importante è che il calcolo della giacenza media è effettuato in modo cumulativo. Per spiegarla in breve, per cui se si possiedono più conti o libretti con la stessa banca, è sufficiente che la somma delle giacenze medie relative ai rapporti bancari sia superiore ai 5.000 euro per far scattare l’obbligo di pagamento dell’imposta di bollo, che sarà in questo caso di 34,20 euro per ciascun conto corrente o libretto, indipendentemente dalla giacenza media del singolo rapporto.
Chi è esente dal pagamento dell’imposta di bollo
Tuttavia, sempre secondo il decreto Salva Italia del 2011, successivamente modificato, alcuni titolari di conti o libretti sono esenti dal pagamento dell’imposta.
Tra i quali ci sono coloro che hanno un reddito molto basso, con un ISEE inferiore a 7.500 euro.
Poi sono esenti anche i titolari di conti corrente di base. I conti corrente di base furono introdotti sempre dal Governo Monti al fine di ridurre l’uso del contante. Si tratta di conti corrente a zero tasse e zero spese, destinati a persone fisiche con un Isee inferiore a 7.500 euro. Hanno un’operatività limitata e consentono di utilizzare solo alcuni servizi bancari, tra cui ad esempio le carte di pagamento.
Infine non spetta pagare l’imposta di bollo ai titolari di un conto corrente presso un istituto di pagamento o IMEL, un ente bancario che emette moneta elettronica.