Sono molti i pensionati che si lamentano del loro assegno pensionistico basso che non permette loro di arrivare a fine mese. La maggior parte di loro però non sanno che molti di loro potrebbero aver diritto a degli aumenti sulla pensione: i diritti inespressi. Tali aumenti però si ottengono solo ed esclusivamente sotto richiesta, altrimenti l’INPS fa finta di nulla.
Si tratta di integrazioni sull’assegno pensionistico che l’istituto Nazionale di Previdenza Sociale non eroga di ufficio, ma solo dopo aver presentato apposita domanda. In pratica se non si presenta domanda, l’INPS, anche se un pensionato ha il diritto all’aumento pensionistico, fa finta di nulla. Nel momento in cui il pensionato avente diritto presenta domanda, in tal caso avviene l’erogazione dell’aumento. Furbi vero?
Per questo motivo molti pensionati, non essendo informati sulla questione, non presentano domanda, non fanno valere i propri diritti, e di conseguenza non ottengono l’aumento.
Stiamo parlando dei diritti inespressi, e sono degli aumenti da richiedere all’INPS con apposita domanda. Vediamo quali sono questi aumenti da richiedere all’INPS per non perderli.
Cosa sono i diritti inespressi
Molti pensionati possono incrementare il proprio assegno pensionistico con i diritti inespressi, che sono delle maggiorazioni che vengono riconosciute solo tramite apposita richiesta. Buona parte dei pensionati italiani, non essendo a conoscenza dei diritti inespressi, non ne fanno richiesta e perdono definitivamente l’occasione per vedersi aumentare la propria pensione.
I diritti inespressi sono agevolazioni sugli assegni previdenziali che non scattano automaticamente, ma bisogna farne richiesta, altrimenti si rinuncerebbe a una cifra significativa sull’ assegno pensionistico che, per molti pensionati al limite della soglia di povertà, potrebbe fare davvero la differenza.
Dal momento che viene presentata domanda per i diritti inespressi, se il pensionato richiedente ne ha il diritto, si possono ottenere, oltre all’aumento della pensione in futuro, tutti gli arretrati risalenti a 5 anni precedenti alla data di presentazione della domanda.
I diritti inespressi si dividono in tre categorie:
- integrazione al trattamento minimo;
- maggiorazioni sociali;
- quattordicesima mensilità.
L’integrazione al trattamento minimo, lo dice la parola, è una integrazione sulla pensione atta al raggiungimento del minimo sociale. Il minimo sociale nel 2021, in base agli adeguamenti previsti è pari a 460,28 euro. Quindi chi percepisce una pensione al di sotto di questa cifra, avrebbe diritto, solo sotto apposita richiesta, ad una integrazione sulla pensione che arrotonderebbe l’importo a 460,28 euro.
La maggiorazione sociale invece è un incremento che viene dato ogni mese, che varia da 25 a 136 euro mensili, ed è strettamente correlata al reddito ISEE e all’età. Quindi se avete un reddito basso e siete in età piuttosto avanzata, potreste avere diritto alla maggiorazione sociale sulla pensione.
La quattordicesima mensilità invece è una prestazione che viene concessa ai pensionati al raggiungimento del settantaquattresimo anno di età.
Come richiedere i diritti inespressi
Come già specificato è molto importante richiedere questi diritti altrimenti non vengono riconosciuti. Visto che alcuni diritti inespressi dipendono dal reddito, come l’integrazione al trattamento minimo e le maggiorazioni sociali, il consiglio è quello di informarsi presso i CAF per verificare se vi è la possibilità che la richiesta possa essere accettata.
Nel caso si possiedano requisiti sia di carattere reddituale che anagrafico per richiedere uno o più diritti inespressi, il CAF provvederà a fare la richiesta.
dite: “La quattordicesima mensilità invece è una prestazione che viene concessa ai pensionati al raggiungimento del settantaquattresimo anno di età.”
–
secondo l’INPS , invece, l’età minima sarebbe di 64 anni, e con limiti di reddito.