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Andare in pensione a 56 o 57 anni è possibile ma sono in pochi a saperlo

Pensionati che passeggiano

In questo articolo parliamo della possibilità di andare in pensione a 56 o 57 anni per quanto riguarda l’anno in corso.

Pensionati che passeggiano
Pensionati che passeggiano

Iniziamo col precisare che la pensione all’età di 56 o 57 anni non spetta a tutti ma solo ad alcune persone, in base a dei requisiti contributivi. Va anche considerato il fatto che, a partire dal prossimo anno, con la scadenza di quota 100, non basteranno più 62 anni per andare in pensione di vecchiaia, ma bisogna maturare i 67 anni di età (legge Fornero).
Ma la possibilità di andare in pensione a 56 o 57 anni resterà valida, ma come  appena citato, solo per alcune categorie di lavoratori. Vediamo quali.

Anche nel 2022, la pensione anticipata a 56 o a 57 anni, resterà accessibile a chi possiede almeno dodici mesi di contributi prima del compimento del diciannovesimo anno di età, e almeno 40 anni di contributi. In questo caso si accederebbe all’assegno pensionistico in quanto si appartiene alla categoria dei lavoratori precoci.

Quando e come vanno in pensione i lavoratori precoci

I precoci sono lavoratori che hanno iniziato a lavorare da giovanissimi e quindi si ritrovano con un’anzianità contributiva molto elevata, pari o superiore ai 40 anni di contributi, ma non hanno ancora l’età anagrafica sufficiente per uscire dal mondo del lavoro.

Abbiamo già parlato in un recente articolo della pensione anticipata per i lavoratori precoci.
Un lavoratore precoce va in pensione anticipata, se oltre al requisito contributivo, possiede almeno 12 mesi di contributi versati prima del diciannovesimo anno di età.

Invece chi possiede 41 anni di contributi, ma non ha lavorato per almeno un anno prima dei 19 anni di età, non può essere inquadrato  nei lavoratori precoci. In questo caso si deve sperare solo nell’approvazione dal prossimo anno di quota 41. Quota 41 prevede che si può accedere alla pensione anticipata al raggiungimento di 41 anni di contributi, indipendentemente da quando e come vengano raggiunti.

Ma l’approvazione di quota 41 per ora resta solo un miraggio. La riforma è stata nuovamente proposta poche settimane fa dai sindacati, ma secondo alcuni calcoli, costerebbe allo Stato addirittura di più di quota 100. Dunque quota 41 sembra essere esclusa almeno per quanto riguarda il 2023.

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