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Zangrillo: la quarantena per chi non ha nulla bloccherà nuovamente l’Italia

Alberto Zangrillo a L'Aria che Tira

Continuano le proteste di Alberto Zangrillo, primario del reparto Anestesia e rianimazione dell’Ospedale San Raffaele di Milano, contro il sistema di tracciamento utilizzato in Italia per contrastare la diffusione del virus.

Alberto Zangrillo a L'Aria che Tira
Alberto Zangrillo a L’Aria che Tira – screenshot YouTube

Il medico, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, non si è mai mostrato in linea con le decisioni prese sia dallo scorso esecutivo che da quello attuale, per quanto concerne la lotta l virus. Per non parlare del Comitato Tecnico Scientifico con il quale non è stato praticamente mai di comune accordo.

Zangrillo ha sempre sottolineato che il terrorismo applicato da media e istituzioni sulla popolazione ha fatto, e rischierà di fare più danni del virus stesso. Ma la denuncia di oggi riguarda un altro tema, la paralizzazione dell’Italia.
Come tutti sanno il nostro paese è stato paralizzato per diverso periodo di tempo a causa dei lockdown passati necessari per contrastare la diffusione dei contagi.

I lockdown hanno generato inevitabilmente un danno economico non indifferente, per non parlare del fatto che molte persone hanno perso anche il lavoro a causa dell’avvento della pandemia.
Almeno per ora i lockdown del passato sembrano essere solo un lontano ricordo, ma secondo il primario c’è un altro fattore che sta per paralizzare nuovamente l’Italia, e risiede nel metodo di tracciamento dei contagi.

Zangrillo: la quarantena dei contatti asintomatici è un danno per l’Italia

Questo il suo post sui social di poco fa:
L’isolamento preventivo in quarantena domiciliare per i contatti asintomatici di persone positive è norma che bloccherà l’Italia e farà contenti i lavativi“.
Messaggio duro e diretto del medico, che denuncia i danni che il tracciamento, effettuato in questo modo sta arrecando alla nazione. In pratica Zangrillo considera non importante la quarantena obbligatoria per i soggetti asintomatici che sono stati a contatto con persone positive.

Questa norma paralizza il Paese in quanto, per ogni nuovo positivo le persone a fermarsi saranno molte di più. Poniamo l’esempio di un positivo che è stato a contatto con 30 persone pochi giorni prima dell’esito del tampone, Secondo le norme attuali, queste 30 persone sono costrette all’isolamento domiciliare anche se asintomatiche, e anche in caso di tampone negativo. Tra questi 30 c’è il commerciante, il dipendente pubblico, il privato, eccetera.

Come riferito da Il Giornale, allo stesso modo di Alberto Zangrillo la pensa anche Matteo Bassetti, queste le sue parole: “Se continuiamo con queste regole, per ogni persona risultata positiva ci sono 50 persone che devono stare a casa ma ormai, per l’ampia diffusione del virus, il tracciamento non ha più senso. Se continuiamo in questo modo a fare tamponi a tutti, anche a chi non ha sintomi o magari ha un raffreddore, tra un mese rischiamo di avere l’Italia ferma“.

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