Dal 1° gennaio 2025 ci sarà un lieve incremento della pensione di reversibilità grazie alla rivalutazione dello 0,8%. Scopri come cambia l’importo in base alla tua fascia di reddito e il grado di parentela con il defunto. Tutti i dettagli e gli esempi pratici di calcolo per non perdere nemmeno un euro del tuo trattamento previdenziale.
La pensione di reversibilità subirà un piccolo aumento nel 2025, legato alla rivalutazione annuale per adeguarla al costo della vita. Se sei un coniuge superstite, un figlio o un altro familiare avente diritto, questa notizia ti riguarda da vicino. Dal prossimo gennaio, gli importi delle pensioni verranno rivalutati dello 0,8%, ma l’entità dell’aumento dipenderà dalla fascia di reddito in cui rientri. Rispetto agli anni precedenti, in cui le rivalutazioni avevano raggiunto percentuali fino all’8,1%, l’incremento sarà più modesto. Tuttavia, ogni euro in più può fare la differenza, soprattutto in un periodo di inflazione contenuta ma costante.
Come funziona la rivalutazione della pensione di reversibilità
Se ricevi una pensione di reversibilità, devi sapere che ogni anno il tuo trattamento viene adeguato al costo della vita. Questa operazione, chiamata perequazione, garantisce che il tuo potere d’acquisto resti invariato. Nel 2025, il tasso di rivalutazione sarà dello 0,8%, come stabilito dal decreto del 15 novembre 2024, pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Questo incremento, seppur più basso rispetto agli anni passati, rappresenta un adeguamento essenziale per tenere conto della variazione dei prezzi.
Ma non tutti beneficeranno allo stesso modo di questo aumento. Le pensioni fino a 4 volte il minimo INPS (2.394 euro lordi al mese) saranno rivalutate al 100% del tasso di indicizzazione, mentre quelle tra 4 e 5 volte il minimo (fino a 2.993 euro lordi) vedranno un aumento del 90% del tasso. Le pensioni superiori a 5 volte il minimo (oltre 2.993 euro) subiranno invece una rivalutazione al 75% del tasso.
Gli importi della pensione e le percentuali per il 2025
La pensione di reversibilità non è uguale per tutti: dipende dal grado di parentela con il defunto. Ecco le principali percentuali applicabili:
- Al coniuge superstite spetta il 60% della pensione del deceduto;
- A un figlio unico spettano il 70%;
- Due figli senza coniuge ricevono l’80%;
- Tre o più figli, in assenza di coniuge, ottengono il 100%.
Con questi criteri invariati per il 2025, è importante calcolare correttamente gli aumenti. Ad esempio, una pensione di 1.000 euro passerà a 1.008 euro al mese, mentre chi percepisce 2.000 euro vedrà un incremento di 16 euro mensili. Per pensioni più alte, l’aumento si calcola a scaglioni, applicando aliquote diverse a ogni fascia di importo.
Perché questi aumenti sono meno significativi?
Il 2025 sarà un anno di rivalutazioni più contenute rispetto al passato. Negli ultimi due anni, con una crescita dell’inflazione più marcata, gli aumenti delle pensioni erano stati significativi: 8,1% nel 2023 e 5,4% nel 2024. Con l’inflazione sotto controllo, il tasso di rivalutazione è stato fissato allo 0,8%, una percentuale che riflette la stabilità economica attuale.
Anche se l’aumento è modesto, rappresenta comunque un passo verso il mantenimento del potere d’acquisto. Questo dato potrebbe cambiare nel 2026, con un eventuale conguaglio in base all’andamento economico. Nonostante la rivalutazione contenuta, ogni contributo aggiuntivo è prezioso per affrontare le spese quotidiane. Assicurati di essere informato e di conoscere tutti i tuoi diritti.