Molte persone ricevono una pensione di reversibilità più bassa del dovuto, senza saperlo. Eppure, esiste una semplice richiesta che può aumentare l’importo ogni mese. Scopri di cosa si tratta.
Se hai perso un coniuge o un familiare e ricevi la pensione di reversibilità, potresti avere diritto a più soldi di quelli che stai prendendo ora. In molti casi, l’INPS riconosce importi ridotti perché mancano documenti, richieste o aggiornamenti che solo tu puoi fare. Fortunatamente, esiste una procedura semplice per chiedere l’integrazione della pensione, e non serve nemmeno un avvocato. Se hai un reddito basso o determinate condizioni familiari, puoi ottenere un aumento fisso ogni mese. Vediamo insieme chi può fare domanda, cosa serve e come procedere senza errori.
Quando hai diritto all’aumento della pensione di reversibilità
La pensione di reversibilità può essere aumentata se rientri in determinate situazioni, legate al reddito personale e alla condizione familiare. Questo vale soprattutto se:
Sei l’unico beneficiario della reversibilità (senza figli a carico);
Hai un reddito annuo basso, sotto una certa soglia fissata ogni anno dall’INPS;
Vivi da solo o non hai altri redditi oltre alla reversibilità;
Non percepisci altri trattamenti pensionistici rilevanti.
In questi casi, puoi chiedere l’integrazione al trattamento minimo, cioè un aumento della pensione fino alla soglia minima stabilita per legge.
Ad esempio:
Maria, vedova da due anni, riceve una reversibilità di 450 euro al mese. Non lavora e non ha altri redditi. Dopo aver fatto richiesta all’INPS, ottiene l’integrazione al minimo e la sua pensione sale a circa 600 euro mensili.
Come fare la richiesta all’INPS: documenti e procedura
Per ottenere l’aumento, devi presentare domanda all’INPS, allegando i documenti che dimostrano la tua situazione reddituale. Puoi farlo:
Online, sul sito inps.it (se hai SPID, CIE o CNS);
Attraverso un patronato, che ti assiste gratuitamente;
Chiamando il numero 803.164 (gratuito da fisso) o 06.164.164 da cellulare.
Ti serviranno:
Un documento d’identità valido;
La tua dichiarazione dei redditi (modello 730 o CU);
Il tuo estratto contributivo, se hai altri redditi da lavoro o pensione;
L’IBAN aggiornato se cambiano i dati di pagamento.
Attenzione: l’integrazione non viene concessa in automatico. Va richiesta ogni anno, perché l’INPS verifica il reddito annuale. Se le condizioni cambiano (es. inizi a lavorare o ricevi un altro reddito), potresti perdere l’integrazione.
Quanto puoi ottenere in più e per quanto tempo
L’importo aggiuntivo varia ogni anno, in base alle soglie di legge. Ma in genere si tratta di un aumento che può arrivare fino a 150-200 euro in più al mese per chi è sotto la soglia del trattamento minimo (circa 600 euro mensili nel 2025). Questo significa 1.800-2.400 euro in più all’anno, che fanno davvero la differenza.
L’integrazione dura finché restano valide le condizioni, quindi può essere stabile o temporanea. Ecco perché è importante controllare ogni anno la tua posizione e, se necessario, rinnovare la richiesta.
In molti casi, chi riceve solo la pensione di reversibilità non sa nemmeno di poterla integrare. Ma basta una semplice domanda per avere un aumento. Non aspettare: se pensi di rientrare nei requisiti, rivolgiti subito a un patronato e fai controllare la tua situazione. Potresti ricevere più di quanto credi, ogni mese.