Come ottenere l’indennità di accompagnamento? Non tutti sanno che in Italia vi è una normativa che tutela le persone con invalidità e che, nel rispetto di determinati requisiti, consente a loro di poter ottenere un importo mensile di circa 520 euro da utilizzare per le proprie necessità. Ma come avviene tutto questo?
REQUISITI PER POTER OTTENERE L’INDENNITA’ DI ACCOMPAGNAMENTO
L’indennità di accompagnamento è una prestazione definita di carattere assistenziale che viene corrisposta dall’INPS ogni mese e il cui importo di circa 520 euro . Tale somma non tiene conto né dell’età della persona invalida né del reddito, non potendo dunque essere pignorata. Per poter ottenere l’indennità di accompagnamento è necessario che la persona invalida si trovi una delle 3 seguenti situazioni:
- Bisogno di assistenza continua in quanto impossibilitata a svolgere in maniera autonoma gli atti quotidiani della vita quali vestirsi, lavarsi, cucinare, fare la spesa, uscire di casa;
- Quando si viene sottoposti a terapie oncologiche invalidanti (come chemioterapie e/o radioterapie);
- Quando non può più deambulare in modo autonomo e quindi si necessita di un aiuto esterno.
La Cassazione già da qualche anno, facendo riferimento al secondo punto, riconosce l’accompagnamento sia durante la fase avanzata della malattia che durante il trattamento chemioterapico.
PATOLOGIE PIÙ FREQUENTI PER OTTENERE L’ACCOMPAGNO
La Commissione Medica per accogliere o respingere l’indennità di accompagnamento di regola applica in modo diremmo quasi chirurgico le tabelle ministeriali che attribuiscono ad ogni patologia una percentuale specifica percentuale di invalidità.
In queste tabelle però non sono presenti tutte le malattie e che per ottenere l’indennità è indispensabile tener conto, in modo assai scrupoloso, delle condizioni di salute del paziente.
Le patologie più frequenti per ottenere l’accompagno sono:
- Disturbi di bipolarità e schizofrenia grave
- Malattie congenite come ad esempio la sindrome di Down
- Disturbi del neurosviluppo come l’autismo
- Sclerosi multipla in fase avanzata
- Parkinson e alzheimer entrambi in fasi avanzate
- Problemi cardiovascolari gravi, aritmie e cardiopatie
- Menomazioni permanenti o problemi nefrologici con necessità di emodialisi
- Artrosi e artrite reumatoide di grado grave
- Postumi di episodi ischemici
Si precisa che queste sono le patologie più frequenti ma spesso, purtroppo, le Commissioni Mediche, nonostante situazioni palesemente gravi, non riconoscono la prestazione omettendo di valutare le varie necessità di ogni paziente e la sua situazione complessiva.
Per tali motivi l’iter che porta al riconoscimento dell’indennità di accompagnamento è lungo e ricco di insidie.
COSA E’ NECESSARIO FARE IN CASO DI RIGETTO DELLA DOMANDA
Frequentemente la Commissione Medica riconosce l’invalidità al 100% senza però attribuire l’indennità di accompagnamento.
A questo punto avverso il verbale della Commissione Medica dell’Inps entro 6 mesi dalla ricezione del verbale sarà possibile presentare ricorso al Giudice del Lavoro territorialmente competente e cioè dove risiede la persona con disabilità.
Una volta presentato il ricorso l’interessato sarà sottoposto ad una visita medico legale dinnanzi al consulente tecnico d’ufficio ( CTU ) nominato dal Giudice che predisporrà una relazione sulla sussistenza o meno dei requisiti sanitari volti ad ottenere l’accompagnamento.
E’ importante inoltre ricordare che tramite il ricorso sarà possibile non solo ottenere l’indennità di accompagnamento per il futuro ma anche i ratei arretrati fin dalla presentazione della domanda amministrativa.
Per un maggiore approfondimento si consiglia di leggere l’articolo scritto dall’avv. Stefano Di Giacomo sul suo BLOG Indennità di accompagnamento 2022 e lavoro: è possibile? – Risarcimenti & Rimborsi (risarcimentierimborsi.it)
Avv. Stefano Di Giacomo, appassionato ed esperto in materia previdenziale:
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