E’ in vigore un limite per i pagamenti in contanti che ammonta a 1999,99€, in pratica si può pagare con soldi cash un bene o un servizio offerto entro e non oltre tale soglia. Addirittura dal prossimo anno il limite verrà abbassato a 999,99€. Si va pian piano verso l’eliminazione del contante dove i pagamenti con POS saranno sempre più obbligatori.
Questo limite opera per i trasferimenti di denaro tra soggetti diversi, anche con le pubbliche amministrazioni, a prescindere dalla causale. Per quanto riguarda invece prelievi e versamenti sul proprio conto corrente tale limite non viene applicato.
Denaro in contanti: in quali casi scattano i controlli del Fisco
Per gli imprenditori invece il discorso è diverso. Se un imprenditore o autonomo a partita iva preleva più di 1000€ al giorno, o supera la soglia di 5000€ al mese potrebbe far scattare i controlli del fisco e verrebbe posto sotto la lente di ingrandimento.
Per lo Stato, una azienda o un imprenditore che preleva sistematicamente elevate somme di denaro in contanti, potrebbe finanziare il lavoro in nero, e per questo è soggetto ad accertamento fiscale.
Quindi per evitare i controlli del fisco, una qualsiasi impresa dovrebbe prelevare denaro contante al di sotto di tale soglia. Queste regole non valgono invece per lavoratori dipendenti e liberi professionisti.
Anche per gli extracomunitari potrebbero scattare accertamenti fiscali. Ogni extracomunitario può portare in Italia massimo 15.000€ in contanti da utilizzare per qualsiasi scopo.
Mentre si possono trasferire all’estero massimo 10.000€ in contanti, senza dichiarazione in dogana.
Ecco spiegato come spostare denaro contante senza far scattare i controlli del Fisco.
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