Il Fisco italiano mette gli occhi sugli sportelli Bancomat, al fine di carpire informazioni utili per la lotta all’evasione fiscale. In molti casi quando si preleva del denaro contante bisogna fare attenzione. Ecco i prelievi che potrebbero attirare l’attenzione del fisco.
I Bancomat, e quindi tutte le operazioni di prelievo eseguite tramite questi strumenti, forniscono dati importanti al Fisco utilizzabili nell’ambito della lotta all’evasione fiscale. In tempi dove si può pagare con carte di credito praticamente ovunque, in quanto quasi tutte le attività commerciali sono dotate di POS per i pagamenti, prelevare consistenti somme di denaro contante, sistematicamente, desta sempre sospetti.
Per questo il Fisco ha deciso di esaminare i dati, specie quelli relativi ai prelievi di denaro contante, al fine di ricavare informazioni utili per scovare evasori, riciclaggio di denaro eccetera.
Cosa bisogna sapere sui prelievi al Bancomat
Come appena citato, prelievi di denaro contante, frequenti, sistematici, e di importi consistenti, potrebbero rappresentare un campanello d’allarme per il Fisco, il quale, in tal caso, potrebbe far partire dei controlli mirati sui soggetti interessati.
La categoria che potrebbe finire più facilmente sotto la lente di ingrandimento del fisco è quella degli imprenditori con partita Iva, in particolare coloro che possiedono una o più attività commerciali.
I prelievi di denaro contante effettuati presso sportelli Bancomat o fisici, da parte di questa categoria, sono quelli più soggetti a controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate.
La segnalazione certa scatta in automatico quando un contribuente effettua prelievi di denaro contante superiori a 10 mila euro in un mese, anche se frammentati in più operazioni.
Indipendentemente se a prelevare il denaro sia una partita Iva o un contribuente semplice, il superamento di questa soglia comporta quasi sicuramente un controllo da parte del Fisco. Ciò accade perché per prelievi superiori a 10mila euro, la banca o l’istituto finanziario interessato è tenuto a far partire una segnalazione. In seguito partono i controlli dovuti al caso sul riciclaggio di denaro.
Non solo chi preleva troppo è soggetto a controlli, ma anche chi preleva e spende troppo poco…
Potrebbe sembrare una assurdità ma non lo è. Se un contribuente che riceve regolarmente uno stipendio sul suo conto corrente, non preleva quasi mai denaro allo sportello bancomat, e non effettua quasi mai pagamenti tracciabili tramite POS, il Fisco si chiede come faccia un soggetto a vivere senza utilizzare i propri soldi.
Il sospetto che il contribuente abbia altre entrate in nero, o utilizzi del denaro sospetto si fa sempre più stringente, e, anche in questo caso, tale comportamento potrebbe allertare il Fisco. Lo strumento utilizzato per questo tipo di controlli viene chiamato risparmiometro. Tale strumento segnala se un contribuente risparmia troppo e spende troppo poco, nemmeno il minimo per la sopravvivenza.