Alcuni cittadini non potranno percepire il Reddito di Cittadinanza nei giorni successivi per i motivi che vi descriveremo di seguito. Nel caso rimanessero irrisolti, senza alcuna azione da parte dei percettori, potrebbe scattare la sospensione e in alcuni casi la revoca.
Il Reddito di cittadinanza è un provvedimento adottato dal governo Conte I che ha aiutato migliaia di cittadini e famiglie in difficoltà economica. Percepire il sussidio però comporta degli obblighi e delle condizioni, le quali se non rispettate potrebbero portare alla sospensione e, in alcuni casi, all’interruzione dei pagamenti.
Ancora non si sa con sicurezza se e come il Reddito di Cittadinanza verrà rimodellato dal governo Draghi. Resta il fatto che attualmente i percettori sono regolati, per quanto concerne gli obblighi, dalle precedenti disposizioni.
In base a queste, alcuni beneficiari non si vedranno corrispondere la prossima mensilità del Reddito di Cittadinanza. Si vedranno quindi sospendere il pagamento per una mensilità, e, in alcuni casi, potrebbero vedersi revocare il sussidio.
Quando scatta la revoca del Reddito di Cittadinanza
Il Reddito di Cittadinanza può essere revocato in casi di irregolarità, oppure se in caso di aggiornamento dell’ISEE, questo superi la soglia prevista dalla legge. Sono inoltre previste punizioni severe per i “furbetti” (da 1 a sei anni di reclusione) specie in caso di dichiarazioni mendaci e presentazione di documenti falsificati per ottenere il sussidio.
In caso di dichiarazioni mendaci e documenti falsi il percettore, oltre a scontare la pena, dovrà restituire tutto quanto indebitamente percepito.
Vediamo in quali casi può essere revocato il Reddito di Cittadinanza:
- dichiarazioni mendaci;
- presentazione di documenti falsificati;
- omessa comunicazione delle variazioni del reddito o di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca del beneficio.
Inoltre il sussidio può essere revocato se si viene meno ai seguenti obblighi:
- se il percettore non effettua la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro;
- il beneficiario non sottoscrive il Patto per il lavoro o il Patto per l’inclusione sociale;
- non presenta una DSU aggiornata in caso di variazione del nucleo familiare;
- il beneficiario non accetta almeno una di tre offerte di lavoro congrue;
- non aderisce ai progetti organizzati nell’ambito dal proprio Comune;
- il percettore non sottoscrive il Patto per il lavoro o il Patto per l’inclusione sociale;
- non partecipa, tranne in caso di giustificato motivo, alle iniziative di carattere formativo previste dalla normativa;
- se si viene trovati a svolgere un lavoro autonomo in nero o un lavoro dipendente senza aver effettuato le dovute comunicazioni.
Quando avviene la sospensione
Esistono due casi in cui i cittadini potrebbero vedersi sospendere il Reddito di Cittadinanza già dai prossimi giorni, vediamo di seguito quali sono.
A gennaio è stato richiesto l’aggiornamento dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) a tutti i percettori del sussidio. Tale richiesta al fine di verificare se questi hanno ancora il diritto a percepire il reddito.
Teniamo a precisare che hanno diritto a continuare a percepire il sussidio le famiglie con:
- un valore ISEE inferiore a 9.360 euro;
- un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 30.000 euro;
Quindi se in caso di aggiornamento ISEE si dovessero superare le soglie sopra elencate avverrebbe la sospensione del sussidio. Sospensione che avverrà già a partire da questo mese anche se il percettore non ha ancora presentato l’ISEE aggiornato. Chi non ha provveduto alla comunicazione dell’aggiornamento entro il 31 gennaio 2021 per questo mese non riceverà alcun compenso. Si dovrà procedere con l’aggiornamento per poi poter ricevere nuovamente il sussidio a marzo 2021.
Il secondo caso che posta alla sospensione del Reddito di cittadinanza per una mensilità è il rinnovo della richiesta dopo il 18esimo mese. Il Reddito di Cittadinanza prevede due fasi da 18 mesi ciascuna. Al termine della prima bisogna ripresentare la richiesta per accedere alla seconda. Tra la prima e la seconda fase passa un mese in cui il sussidio non viene erogato.
Quindi coloro che hanno ricevuto la 18esima mensilità nel mese di gennaio e hanno ripresentato domanda, vedranno sospendersi i pagamenti per un mese per poi riprenderli a marzo.