Che cos’è l’Eurogendfor? cos’è il trattato di Velsen?
Probabilmente in pochi sapranno rispondere a questa domanda poiché i media non ne hanno parlato per niente. Vediamo dunque di far luce su questo trattato spiegandone origini, compiti e giungendo a una conclusione sugli effetti che potrebbe avere.
Il trattato in questione fu firmato a Velsen – in Olanda – il 18 ottobre 2007 dai paesi che sono dotati di Polizie militari: Francia, Spagna, Portogallo, Olanda e Italia. Tale trattato pianifica compiti e poteri delle Forze di gendarmeria europea (Eurogendfor o EGF), in sostanza la futura polizia militare dell’Europa.
Le missioni e i compiti dell’European Gendarmerie Force sono riportati nell’articolo 4 del trattato:
“a) condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; b) monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; c) assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; d) svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; e) proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici; f) formare gli operatori di polizia secondo gli standard internazionali: g) formare gli istruttori, in particolare attraverso programmi di cooperazione”.
Come riportato nell’articolo 5 “EUROGENDFOR potrà essere messa a disposizione dell’Unione Europea (UE), delle Nazioni Unite (ONU), dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche”.
L’EGF, inoltre, ha una totale immunità come riportato negli articoli dal 21 al 23 e negli articoli 28 e 29. In sintesi questi immunità riguardano:
- L’inviolabilità dei locali, beni e archivi (Art. 21 e 22).
- Il divieto di intercettare le comunicazioni (Art.23).
- L’impossibilità di indennizzare i danni a proprietà o persone (Art. 28).
- L’impossibilità della giustizia dei paesi ospitanti di mettere sotto inchiesta i gendarmi (Art. 29).
In pratica l’EGF potrà operare in qualsiasi parte del mondo sostituendosi completamente alle normali forze dell’ordine locali e agire nella più totale immunità giudiziaria rispondendo solo ed esclusivamente al CIMIN (un comitato interministeriale composto dai ministri degli Eteri e della Difesa con sede a Vicenza). Probabilmente al CIMIN aderiranno a breve anche Romania, Lituania e Polonia.
Il 14 maggio 2010 dalla Camera dei Deputati della Repubblica Italiana è stato sancito definitivamente l’accordo con la legge numero 84. Presenti 443, Votanti 442, Astenuti1. Hanno votato si 442. Il 28 Aprile anche il Senato ha approvato senza dare spiegazioni o chiarimenti sui 47 articoli elaborati a Velsen o su che cosa fosse realmente l’European Gendarmerie Force e a chi facesse capo. Tutto ciò è avvenuto nel silenzio assoluto dei media.
L’articolo 1 configura la EGF come “una Forza di Gendarmeria Europea operativa, pre-organizzata, forte e spiegabile in tempi rapidi al fine di eseguire tutti i compiti di polizia nell’ambito delle operazioni di gestione delle crisi”. Si allude alle crisi stabilite nella dichiarazione di Petesberg del 1992. Le cosiddette ‘missioni di Petersberg’ sono le seguenti: missioni umanitarie o di evacuazione, missioni intese al mantenimento della pace, nonché le missioni costituite da forze di combattimento per la gestione di crisi, ivi comprese operazioni di ripristino della pace”.
La sede dell’EGF è la caserma dei carabinieri Generale Chinotto a Vicenza, dove è situata anche la più grande base militare USA in Italia a disposizione soltanto del Pentagono. Ciò lascia pensare che i nordamericani abbiano per una buona parte voce in capitolo nella gestione operativa dell’EGF.
A questo punto si può affermare che il monopolio della forza e il controllo totale della collettività sono seriamente messi in discussione.
Riferimenti:http://www.governo.it/