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Furto del mare sardo, guerra all’Onu per fermare l’Algeria

Algeria si frega il mare sardo

Algeria si frega il mare sardo

Dal sito www.unidos.io di Mauro Pili

Ecco i documenti. Quelli autentici, depositati nel Palazzo di vetro a New York. Dovevano restare riservati, per lo stato italiano nascosti. E invece, come capita spesso, ciò che si vuole nascondere diventa di colpo di dominio pubblico.

Pubblico il primo dei documenti di cui sono venuto in possesso – scrive Unidos – : quello con il quale l’Italia, con 8 mesi di ritardo si accorge che l’Algeria sta mettendo i cancelli davanti alla costa sarda!

DOCUMENTO QUI »»

Una comunicazione, seppur tardiva, con i toni della diplomazia anglosassone ma dura nei contenuti e nei fatti enunciati.

Sulla vicenda del mare sardo fregato dagli algerini il ministero degli esteri non solo ha cercato di nascondere le carte, forse per il ritardo della presa di posizione, ma ha scelto la strada delle frottole. Smentite dalle carte ufficiali.

Peggio per chi ci crede.

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Da sempre sono abituato a parlare con atti e documenti alla mano. Figuriamoci se mi avventuro in una partita così delicata senza avere preventivamente in mano i documenti ufficiali.

Peccato, anche questa volta il ministero degli esteri ha fatto trapelare informazioni senza divulgare atti, affermazioni carbonare, senza assumersi l’onere del riscontro.

Ognuno, poi, valuta le notizie come meglio crede!

Il dato emblematico, per chi le pratiche le studia, è chiarissimo:
lo Stato italiano sta cercando, senza riuscirci, di recuperare una partita gravissima persa con l’Algeria.

Lo scippo del mare al largo della Sardegna, da Carloforte ad Alghero, è un atto di legge, adottato dal governo algerino senza che nessuno si opponesse con pari atto o con un ricorso immediato all’Onu.

E per chi ha l’umiltà e la pazienza di seguire quello che succede nel mondo si renderà conto che molti dei conflitti in atto nascono proprio dall’autonoma definizione di nuovi confini di sovranità a mare.
Ovviamente la partita non riguarda, nè la pesca nè la ricerca ambientale. L’obiettivo è il petrolio, gli idrocarburi!

Il dato di fatto è innegabile: l’Algeria con un decreto del presidente della repubblica ha istituito una zona economica esclusiva a largo della costa sarda per ben 200 miglia, oltre 320 km, dalle proprie acque territoriali.
L’Italia ha dormito, non si è opposta con tempestività e tantomeno ha istituito su quel tratto di mare una propria zona economica esclusiva!

Affermare, come fa con disarmante superficialità, il ministero degli esteri che quell’atto non è efficace significa ignorare quello che sta accadendo in tutto il mondo.

E, poi, perchè negare con ridicole dichiarazioni a volto coperto quello che sta realmente avvenendo?

Lo hanno fatto per un semplice motivo, pensavano che nessuno potesse entrare in possesso del carteggio tra lo Stato italiano e l’Onu, e tra questi e l’Algeria.

Hanno fatto i conti senza l’oste.

Le falle del sistema delle relazioni internazionali, e in questo caso degli scontri in atto, sono tali che quei documenti “riservati”, che nessuno doveva conoscere, sono giunti nelle mie mani.

Li pubblicherò ad uno ad uno. Giusto perchè si capisca la gravità di quanto sta accadendo e la grave sottovalutazione che in molti compiono su questi fatti.

Lascio perdere i cialtroni che ogni volta si ergono a difensori delle bufale. Non sanno di cosa parlano e dopo la pubblicazione di questi documenti ufficiali dovrebbero sparire per la dilagante vergogna che li travolge.

Ignoranti e servi senza ritorno!
La storia dell’Algeria che occupa il mare al largo della Sardegna è questione seria e delicatissima.

Un conflitto durissimo con uno stato confinante per una vera e propria invasione.

L‘occupazione “militare” per decreto delle acque internazionali a largo della Sardegna è un atto di guerra di fatto perchè in modo unilaterale l’Algeria si è appropriata di quegli spazi acquei senza colpo ferire.

Affermare che quegli atti non hanno efficacia è da cialtroni. Affermazioni che si scontrano con quello che sta avvenendo in queste ore per esempio a Londra, dove il premier ha annunciato che la zona economica esclusiva della Gran Bretagna entrerà pienamente in vigore anche nel canale della Manica cacciando di fatto tutti i pescatori francesi!

Basterebbero i fatti di cronaca reale per smentire le affermazioni silenziose di grigi funzionari del ministero degli esteri.

E per l’Italia c’è in gioco non solo la pari sovranità su quelle acque internazionali ma anche e sopratutto la ormai traballante credibilità internazionale.

Ed eccola la posizione ufficiale messa nero su bianco:
la Rappresentanza permanente dell’Italia desidera evidenziare che il governo italiano esprime l’opposizione alla definizione della zona economica esclusiva, come indicato dal suddetto decreto, poiché si sovrappone indebitamente a zone di legittimo ed esclusivo interesse nazionale.

Dunque, tutto vero quello che ho denunciato!

E l’opposizione all’Onu, la prima dell’Italia da sempre, testimonia l’acqua alla gola.

L’ultima chance per tentare di fermare questo furto con destrezza e arroganza da parte dell’Algeria.

E in ballo non ci sono sole le acque internazionali ma anche zone di legittimo ed esclusivo interesse nazionale!

La situazione è, quindi, anche peggiore!

L’Italia e la Sardegna hanno perso per sempre quel tratto di mare davanti a Carloforte sino ad Alghero?
Un dato è certo: è passato più di un anno e l’Onu non ha dato una minima risposta all’Italia.

Ignorata, come se quella lettera fosse inconsistente o eccessivamente tardiva!

E’ intervenuta nei mesi scorsi una missiva algerina, anch’essa tenuta segreta. Ne entrerò in possesso tra qualche ora. Ma non si preannuncia niente di buono, anzi!

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