Secondo Gianluigi Paragone l’attuale emergenza sarebbe in un certo senso voluta dal governo, il quale non sarebbe interessato a farla terminare il prima possibile, come vogliono farci credere.
L’esecutivo secondo Paragone avrebbe, con norme e decreti, reso la vita impossibile a coloro che non hanno voluto sottoporsi alla somministrazione delle dosi previste. Una sorta di discriminazione che addosserebbe la colpa del prolungamento dell’emergenza unicamente a questi soggetti.
Ma sono rimasti davvero in pochi coloro che si rifiutano di farsi immunizzare, possibile che non ne veniamo fuori per colpa loro? Secondo Paragone la responsabilità invece ricadrebbe sul governo, che non sarebbe interessato a porre definitivamente fine a questa situazione.
In un recente articolo sul suo sito ufficiale il Senatore ha dichiarato apertamente che “questa emergenza sembra far comodo a qualcuno, per nulla interessato a farla terminare il prima possibile“.
Si riferisce al governo e alla mancata attuazione dell’ex commissario Domenico Arcuri, il quale prevedeva un aumento di quasi 4milaa posti in terapia intensiva in tutto il Paese, che avrebbero portato il totale dei posti a 8.732.
In realtà il piano è stato attuato per una parte in quanto i posti in terapia intensiva presenti in Italia ad oggi, sono 6.458 (dati del 9 ottobre). Ne mancano all’appello, quindi, 2.274. I posti che mancano, secondo Paragone, farebbero parte di una voluta mancata attuazione completa del piano Arcuri.
In quasi tutta Italia il rapporto tra i letti disponibili in terapia intensiva e gli abitanti di ogni Regione è inferiore alla soglia di sicurezza, e questo desta sospetti al Senatore che conclude:
“Non resta, allora, che interrogarsi sulla possibilità che questa emergenza, a qualcuno, possa far comodo. E che superarla non sia affatto tra le priorità dei nostri governanti“.