Il governo italiano è alla disperata ricerca di fonti energetiche per cercare di ammortizzare i costi per i cittadini, visto l’imminente embargo del gas russo. L’obiettivo è non dipendere più dalla Russia, e bisogna farlo il più in fretta possibile per “preservare la pace”.
Per questo i ministri Luigi Di Maio e Roberto Cingolani sono volati in fretta e furia in Angola e Congo per continuare nella disperata ricerca di fonti energetiche alternative alla Russia. Operazione ancora una volta sbandierata come fondamentale per il futuro del nostro Paese.
Ma la domande che molti si pongono sono: questi paesi riusciranno a soddisfare il nostro fabbisogno nazionale? Il prezzo sarà più basso o uguale a quello del gas russo? Sono operazioni fattibili oppure il governo sta facendo azioni “di facciata”, giusto per dimostrare ai cittadini che si sta facendo qualcosa per arginare il caro bollette?
La verità è che lo sforzo non sarà sufficiente nemmeno a sostituire la metà delle importazioni dalla Russia.
Eppure la cosa strana è che una soluzione c’è, è sotto i nostri piedi, ma il governo fa finta di non vederla. L’Italia è piena di gas, l’Adriatico è pieno di gas. Ma perché ci si ostina a volerlo per forza importare? Stime prudenti parlano di 70 miliardi di metri cubi di gas pronti a essere estratti nei nostri mari, ma alcuni economisti si sono spinti fino a ipotizzarne 200 miliardi. Risorse che non possono essere sfruttate a causa dei divieti introdotti negli anni.
Un tempo questo gas veniva estratto, coi relativi benefici. Poi è incominciata l’operazione-terrore da parte di chi ha dipinto le trivelle come pericolosi missili conficcati dentro la crosta terrestre. Questi gruppuscoli sono stati cavalcati da una politica imprevidente e hanno finito per imporre lo stop alle trivelle, cioè al gas.
Questo ha portato a due effetti disastrosi.
Il primo è che dobbiamo acquistare a un prezzo sempre più caro il gas all’estero, specie ora con l’attuale conflitto. il secondo è che non potendo impedire le trivellazioni da parte dei Paesi che si affacciano sull’Adriatico, in primo luogo la Croazia, e poiché i giacimenti non conoscono i confini, ecco che gli altri prelevano il gas che potrebbe essere nostro, con tanti ringraziamenti.
In pratica i croati estraggono il gas sotto i nostri piedi perché in Italia sono vietate le trivelle. Ora siamo costretti a chiedere disperatamente altro gas all’estero perché prima o poi l’Unione Europea, con il beneplacito degli Stati Uniti ci imporrà il totale embargo al gas russo.
Come riportato su Il Messaggero, la Croazia, con cui condividiamo l’Adriatico e i suoi giacimenti di gas naturale, ha dichiarato che entro il 2024 punta ad aumentare del 20% la produzione di gas. L’Agenzia croata per gli idrocarburi (AZU) dichiara che nel 2021 i giacimenti croati hanno prodotto 0,78 miliardi di metri cubi di gas, a copertura di circa il 30% del fabbisogno nazionale, che ammonta a circa 2,7 miliardi di metri cubi l’anno. Con i 285 milioni di metri cubi aggiuntivi, la produzione supererà il miliardo di metri cubi, cioè il 40% del fabbisogno.
I croati estraggono il 40% del loro fabbisogno nazionale solo dal mar Adriatico, e non siamo con l’acqua alla gola… Tutto questo è inconcepibile.
Finché al governo ci saranno i verdi e il partitodel NO cioè i 5 stelle andremo sempre peggio RINGRAZIAMOLI