Hai sentito parlare dell’aumento dell’età pensionabile? Oggi si va in pensione a 67 anni, ma in futuro potrebbe cambiare tutto. Scopri fin dove si potrà andare avanti con questa soglia e cosa potrebbe succedere dal 2027 in poi.
Oggi puoi andare in pensione a 67 anni se hai almeno 20 anni di contributi. Questa regola è valida fino al 2026, ma dopo potrebbero arrivare sorprese. Le leggi italiane prevedono infatti degli adeguamenti automatici in base alla speranza di vita, che potrebbero alzare l’età minima. Anche se alcuni politici vogliono bloccare questi aumenti, le previsioni non sono rassicuranti. E tu, ti sei mai chiesto cosa succederà davvero dopo il 2026? Vediamolo bene insieme.
La pensione a 67 anni resta fino al 2026
Se oggi vuoi smettere di lavorare con la pensione di vecchiaia, puoi farlo al compimento dei 67 anni, ma solo se hai almeno 20 anni di contributi versati. Questa regola riguarda sia gli uomini che le donne, senza differenze. Il Ministero dell’Economia ha già confermato che questa soglia resterà invariata fino al 31 dicembre 2026. Non ci saranno quindi aumenti per almeno altri due anni. Questo blocco è stato ufficializzato con il Decreto del 18 luglio 2023, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale a ottobre dello stesso anno. Si tratta di una buona notizia, ma non è detto che duri a lungo. Il motivo? La legge italiana prevede che ogni due anni si possa modificare l’età pensionabile seguendo i dati dell’ISTAT sulla speranza di vita. Se gli italiani vivono più a lungo, lo Stato potrebbe decidere di allungare il tempo da lavorare.
Dal 2027 potrebbero arrivare gli aumenti
Dopo il 2026, tutto potrebbe cambiare. Secondo le proiezioni attuali, l’età pensionabile potrebbe salire a 67 anni e 3 mesi nel 2027, e arrivare fino a 67 anni e 5 mesi nel 2029. Questo perché la legge Fornero prevede un aggiornamento automatico ogni due anni, basato sulla speranza di vita. Se le persone vivono di più, lo Stato vuole che lavorino più a lungo.
Alcuni politici, però, stanno cercando di fermare questi aumenti. Il Ministro Giorgetti ha parlato di una possibile “sterilizzazione” degli adeguamenti, cioè di bloccarli, almeno per un po’. Ma al momento non c’è nessuna legge ufficiale che lo confermi. Quindi, se nulla cambia, dal 2027 dovremo lavorare qualche mese in più prima di andare in pensione. Questo potrebbe sembrare poco, ma con il tempo potrebbero essere anche anni. E per chi fa lavori pesanti o stressanti, quei mesi in più fanno la differenza.
Le alternative per andare in pensione prima
Se temi di non farcela a lavorare fino a 67 anni, sappi che ci sono alcune vie d’uscita, anche se non sempre facili da seguire. Per esempio, puoi accedere a:
Quota 103, che ti permette di andare in pensione con 62 anni di età e 41 di contributi.
Opzione donna, riservata a chi ha almeno 35 anni di contributi e un’età minima che cambia in base a determinate condizioni familiari.
Ape sociale, per chi fa lavori gravosi, è disoccupato o ha un familiare disabile a carico.
Tutte queste alternative hanno requisiti precisi, e non tutti possono beneficiarne. Inoltre, spesso l’importo della pensione può essere più basso rispetto alla pensione di vecchiaia normale. Quindi, anche se puoi uscire prima, devi valutare bene se ti conviene davvero. È sempre utile farsi fare un calcolo da un patronato o usare i servizi online dell’INPS per capire quando potrai uscire e con quale importo.