Menu Chiudi

Pensione se lavori part-time: quanti anni ti riconoscono davvero

Pensione per lavoratori part-time

Se hai fatto lavori part-time, forse ti stai chiedendo se prenderai meno pensione. La risposta è: dipende. Ecco come funziona il calcolo dei contributi e cosa puoi fare per controllare la tua situazione pensionistica.

Chi ha lavorato part-time spesso teme di ricevere una pensione più bassa, ma non sempre è così. Il calcolo della pensione in questi casi può essere più complicato, perché non conta solo quanto tempo hai lavorato, ma anche quanti contributi hai versato e con quale tipo di contratto. Se hai fatto molti anni di part-time, oppure hai avuto interruzioni di lavoro, è importante capire bene cosa ti spetta. Ci sono differenze anche tra part-time orizzontale, verticale e misto. Inoltre, in alcuni casi i contributi potrebbero non essere riconosciuti del tutto, con il rischio di avere meno anni utili per andare in pensione. Vediamo quindi insieme come funziona, quali sono i punti da controllare e come tutelarti per non perdere nemmeno un mese di pensione.

La differenza tra part-time orizzontale, verticale e misto

Non tutti i contratti part-time sono uguali. E questo può influire tantissimo sulla tua pensione futura. Se hai lavorato in part-time orizzontale, cioè con orari ridotti ogni giorno, i contributi vengono accreditati normalmente. In pratica, anche se lavoravi solo 4 ore al giorno, ogni giorno di presenza contava.

Un esempio:
Maria lavorava 5 giorni a settimana, 4 ore al giorno in un negozio. Anche se il suo stipendio era basso, ogni settimana risultava interamente coperta da contributi. Quindi non ha perso nulla in termini di anzianità.

Il discorso cambia per chi ha lavorato in part-time verticale, cioè solo alcuni giorni alla settimana o al mese. Qui l’INPS non sempre accredita l’intero periodo. Contano solo le giornate effettive di lavoro.

Un altro esempio:
Giovanna lavorava solo il sabato e la domenica, con contratto part-time verticale. In un mese lavorava 8 giorni. Risultato? In un anno le sono state riconosciute solo circa 20 settimane di contributi, non tutte e 52.

Nel part-time misto, invece, si alternano orari giornalieri ridotti e giorni interi non lavorati. In questi casi, bisogna fare controlli precisi.

Come si calcolano i contributi per chi lavora part-time

Per sapere davvero cosa ti spetta, devi controllare quante settimane risultano versate. Anche se hai sempre lavorato, il tuo contratto potrebbe non garantire la copertura piena. L’INPS considera:

'
  • Le settimane con almeno 6 giorni lavorativi;

  • Il totale dei contributi versati, che influenza l’importo mensile della pensione;

  • Il tipo di part-time: più giornate effettive hai lavorato, meglio è.

Un esempio chiaro:
Lucia ha lavorato 10 anni con un part-time orizzontale da 5 giorni a settimana. Risultato? Ha maturato tutte le 520 settimane (10 anni pieni). Invece Carla ha lavorato 10 anni con un part-time verticale da 2 giorni a settimana. Risultato? Ha maturato circa la metà delle settimane.

Controlla il tuo estratto conto contributivo online dal sito INPS. Se noti buchi o periodi mancanti, rivolgiti a un patronato o fai domanda di sistemazione contributiva. In alcuni casi puoi anche riscattare i periodi non coperti, ma solo se ci sono i requisiti e sei disposta a pagare i contributi mancanti.

Cosa puoi fare per non perdere la pensione (o riceverne poca)

Chi ha lavorato part-time può trovarsi, senza saperlo, con meno settimane utili o con un assegno molto basso. Ma puoi fare qualcosa. La prima cosa è controllare il tuo estratto contributivo, poi:

  • Vai al patronato per una verifica gratuita della tua posizione;

  • Chiedi se hai diritto a contributi figurativi (per maternità, disoccupazione, malattia);

  • Chiedi se puoi fare riscatto o ricongiunzione dei contributi;

  • Valuta se hai diritto all’APE Sociale o ad altri strumenti di anticipo.

Esempio finale:
Anna ha lavorato 15 anni part-time verticale. Pensava di essere vicina alla pensione. In realtà, l’INPS le ha riconosciuto solo 9 anni effettivi. Per fortuna ha potuto riscattare 3 anni e, con l’aiuto del patronato, ha raggiunto i 20 anni minimi per la pensione di vecchiaia.

La morale è semplice: anche se hai lavorato tanto, non è detto che risulti tutto nei calcoli dell’INPS. Quindi muoviti per tempo, informati e verifica ogni dato. Perché ogni settimana conta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *