A partire dall’inizio del 2022 ci sono stati degli aumenti sulle pensioni relativi alla perequazione, ossia un adeguamento legato all’aumento del costo della vita. Dal 1 gennaio infatti le pensioni sono aumentate dell’1,7% rispetto all’anno precedente. Inoltre sul cedolino del mese di marzo è stato riscontrato un ulteriore aumento, per alcune fasce di pensionati, grazie al taglio dell’IRPEF, pensioni leggermente più corpose in quanto meno tassate.
Ma è in arrivo un ulteriore aumento ancora più corposo grazie agli arretrati. E’ previsto un ulteriore adeguamento, quindi un altro aumento delle pensioni. Gli assegni pensionistici saranno nuovamente adeguati a causa dell’aumento del costo della vita di questo periodo, dove è aumentato praticamente tutto, carburanti, gas, energia, generi alimentari eccetera. Purtroppo però gli adeguamenti in genere fanno lievitare gli assegni pensionistici mensili di poche decine di euro, mentre il costo della vita in realtà è aumentato di centinaia di euro.
Come appena descritto l’INPS dall’inizio di quest’anno ha adeguato le pensioni al caro vita aumentandole dell’1,7% in base al tasso di perequazione rilevato dall’ISTAT alla fine dello scorso 2021. A causa degli aumenti imminenti legati al costo della vita, l’ISTAT ha aumentato il tasso di rivalutazione relativo al 2022 portandolo all’1,9%. Ma questo ulteriore adeguamento sulle pensioni sarà applicato dal 1 gennaio 2023, e visto che è relativo al 2022, si riceverà anche un conguaglio della differenza che non verrà percepita nel 2022 (0,2% per 12 mensilità).
Purtroppo si parla di poche decine di euro, a fronte di un aumento del costo della vita molto più consistente. Si tratta di adeguamenti che non sono in linea con il reale caro vita.